Come aprire una nuova stagione di politiche della famiglia, per rispondere ai suoi bisogni pur nella crisi del welfare?
La questione della rappresentanza. Qui si potrebbero attivare le proposte, per esempio, della “Valutazione d’impatto familiare” (Vif), così come esiste una Valutazione di impatto ambientale per le opere infrastrutturali (Via): vincolante per rendere operative determinate norme (in materia fiscale, assistenziale, educativa), per bloccarle o modificarle. Non una ridondanza burocratica, ma un esercizio agile e competente di democrazia. Impegno prioritario per le associazioni di secondo livello, come il Forum delle famiglie, anche per attivare – ad esempio – “certificazioni aziendali family friendly” per le imprese (con le stesse modalità di quelle ambientali o energetiche). Senza dimenticare, va da sé, il piano legislativo nazionale e comunitario, con le sempre più invadenti burocrazie europee.
La mancanza di informazioni: Le buone pratiche (dai “condomini solidali” alle piccole agevolazioni per genitori e figli delle amministrazioni locali) debbono diventare patrimonio comune non solo con l’intento di determinare un circuito informativo virtuoso, ma di innescare feconde alleanze e sinergie tra territori, il miglior antidoto – in tempo di crisi – alla frammentazione. Il “network”, se nutrito di relazioni vere tra persone, è utile strumento per individuare soluzioni. Questa è una sfida anche per le nostre comunità: siano più capaci di ascolto e di generare rapporti solidali tra famiglie che stanno bene e altre che fanno fatica.
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